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 LA CONCORRENZA DELL'ULIVO 
(dicembre 1997 di Maurizio Berruti)

 

Come abbiamo più volte sottolineato, i cosiddetti taxi di linea altro non sono che lo "sfogo" economico atto a travasare i posti di lavoro persi nelle aziende pubbliche nel nostro settore. Non a caso, come si evince dalla lettera (riportata in 2° pagina) inviata il 20/11/97 dall'Assessore Walter Tocci al Ministro dei Trasporti, al Prefetto, al Direttore Circoscrizione Aeroportuale e all'Amministratore Delegato della Società Aeroporti di Roma, il principio della concorrenza può trovare attuazione solo attraverso "Taxi di Linea" sponsorizzati dal Comune di Roma. Nella lettera, Tocci evidenzia come l'autorità garante della concorrenza del mercato abbia rilevato la necessità per il settore taxi, di "garantire una differenziazione nelle modalità del servizio nonché tariffe da applicare all'utenza abrogando, tra l'altro ogni previsione di obblighi di richiesta di autorizzazione rivolte alla Amministrazione Comunale". Più avanti, per rafforzare la sua tesi, dice "Così come la Comunità Europea ha affermato il principio della separazione tra gestione aeroportuale e servizio Alitalia, analogamente occorre attuare tale principio anche per la situazione in oggetto" (taxi N.d.R.). Il Vice sindaco pare ignorare, tuttavia, alcuni punti fondamentali delle leggi di mercato. Il primo punto è quello riguardante la possibile concorrenza effettuata tra servizi gestiti da privati e servizi gestiti formalmente da soggetti privati, ma sponsorizzati dalla Pubblica Amministrazione. Per avere una vera concorrenza, in qualunque settore economico, è necessario che i soggetti partecipanti abbiano tutti le stesse possibilità economico-gestionali. I tassisti, per quanto possano adoperarsi, nulla potrebbero per fronteggiare un servizio finanziato con i soldi pubblici e, dunque, anche dei tassisti. Il secondo punto, che prevede, secondo il Vice sindaco, l'impossibilità per organismi economici o simili, prodotti dal settore taxi, di gestire il servizio aeroportuale, apre un altro pericoloso concetto per la libertà del mercato. Infatti, i tassisti, che hanno la capacità e la voglia di unirsi in forme associative, previste dalle leggi, per migliorare il proprio servizio, secondo il novello liberista Tocci, non potrebbero farlo. Tuttavia, il fatto che un organismo societario del settore si organizzi al suo interno per sviluppare un determinato lavoro, nel caso specifico la gestione del servizio delle autopubbliche di Fiumicino, non può essere impedito da nessuno e tanto meno dal Sig. Tocci, il quale non può entrare nel governo del settore taxi. Non già sulla base di un principio inalienabile del diritto amministrativo, a proposito di licenze gestite da privati, ma perché una simile preclusione renderebbe inattuabile quel libero mercato tanto invocato dall'ex promotore del mercato socialista. Quando Tocci cita il principio sostenuto dalla Comunità Europea, riguardo alla separazione tra gestione aeroportuale e servizio Alitalia, ignora che l'Alitalia ha tariffe scelte autonomamente, sia verso il basso che verso l'alto, avendo la facoltà di organizzarsi come meglio crede e non potendo nessuna amministrazione comunale o regionale entrare in merito ai turni di lavoro dei dipendenti Alitalia o ai rapporti fra loro intercorrenti. L'Alitalia opera con le libertà previste dal mercato e in concorrenza con le altre aviolinee. Di conseguenza, non può gestire contestualmente gli Aeroporti di Roma e avvantaggiarsi di ciò nella concorrenza con le altre compagnie aeree che trasportano passeggeri. Il settore taxi non ha mai gestito il complesso dell'aeroporto. In varie fasi e con strumenti diversi si è organizzato esclusivamente al suo interno, senza ottenere alcun vantaggio nella concorrenza con altri soggetti (vedi noleggio con conducente). Inoltre, al settore taxi non è permessa la libera organizzazione del proprio lavoro. Ciò significa che il Comune vuole entrare nel merito di ogni azione del settore, dalla elaborazione delle tariffe alla gestione associativa del servizio. Non a caso, per continuare a controllare abusivamente il comparto, ha ridotto la stragrande maggioranza delle cooperative a sottospecie di società di fatto. Nel fare questo, il sig. Tocci non si è preoccupato di contravvenire alle più elementari norme che vedono indispensabilmente, nel caso di una cooperativa di lavoro, che le autovetture e le licenze siano intestate al soggetto giuridico cooperativa. Caduto in questo groviglio giuridico, non è più in grado di rinnovare le licenze taxi e, difatti, sono due anni che a Roma i Taxi viaggiano in modo "abusivo". Nella lettera, oggetto del nostro articolo, il Vice sindaco ricorda che è prossimo il varo del nuovo regolamento Comunale per le vetture pubbliche. Avendo avuto modo di sbirciare il contenuto dello stesso, vorremmo ricordare al Vice di Rutelli che il settore non permetterà la nascita di un regolamento di facciata liberista, come "la concorrenza dell'Ulivo" vorrebbe, e che i tassisti sono pronti a ricondurre, con ogni legittimo mezzo, la pubblica amministrazione nel suo alveo naturale che è quello di amministrare la sfera pubblica e non già l'economia privata.