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                                                          NOTE PER LO STUDIO DEL SETTORE TAXI AL FINE DEL RILEVAMENTO DEL REDDITO
                                                                       (presentato alla finanza dall'UNICA-TAXI il 28.03.2000)

Per un'attenta ed equilibrata analisi del reddito prodotto da un'impresa taxi, vanno considerati alcuni punti basilari:

1) il reddito del tassista non può essere omologato in tutta Italia.

a) I diversi "mondi economici" esistenti nel paese (nord, centro, sud) influenzano pesantemente anche il reddito dell'impresa di trasporto persone a mezzo taxi. Contrariamente a quello che si può pensare, del servizio taxi usufruisce soprattutto una clientela che si muove per motivi economici. Il turismo rappresenta una piccola parte del trasporto e per brevi periodi dell'anno, per i motivi che vedremo più avanti. Questo legame stretto con il mondo produttivo, collega direttamente il settore alle varie economie del paese che con la loro notevole differenza di ricchezza, produce quella problematica che è "croce" nazionale ed oggi, europea.

b) E' pur vero che a livello Nazionale il servizio taxi ha delle costanti che sono uguali. Si pensi al costo del carburante, a quello della vettura, al costo contributivo del tassista e agli altri inevitabili costi di gestione, ma la diversa tipologia delle zone italiane dove si svolge il servizio, rende lo stesso completamente diverso da una zona ad un'altra. Le variabili che influiscono pesantemente a fare la diversità, oltre alle diverse tariffe applicate dai vari Comuni, sono quelle collegate con le differenti velocità commerciali esistenti nelle città italiane, con la grandezza del territorio urbano, con le distanze fra le periferie ed i centri commerciali, con i turni di servizio, con il tipo di commercio o di turismo che interessa le varie zone Italiane, etc. Per fare un esempio significativo, la città di Roma applica raramente la tariffa extraurbana ( il doppio di quella urbana) in quanto ha un'enorme centro ed una grande periferia dove viene applicata la normale tariffa urbana. Quella extraurbana (il doppio della urbana) viene attuata fuori del cerchio del raccordo anulare. Milano ha un centro molto più ridotto, dove si applica la tariffa urbana, così pure Pisa o Firenze. In questo caso, si avrà più opportunità di applicare tariffe extraurbane. 

c) - Nelle grandi città Italiane, il servizio taxi si svolge per la sua gran parte nella città, dove inevitabilmente i consumi delle vetture sono più elevati dovendo confrontarsi con sollecitazioni diverse da quelle che le vetture subiscono viaggiando in autostrada. 

d) - La quantificazione dei Km. percorsi, si deve correlare alla velocità commerciale. Anch'essa è notevolmente diversa da città a città ed è facilmente rilevabile dai dati ufficiali dei vari enti o assessorati che negli anni se ne sono occupati. La concentrazione in alcune zone d'Italia, di interessi politici ed economici, producono il fenomeno delle manifestazioni di piazza, che ad esempio, in una città come Roma, contribuiscono a ridurre notevolmente la velocità commerciale, e quindi il lavoro del tassista, per gran parte dell'anno (in molte città vi sono anche frequenti manifestazioni sportive) . 

2) Numero di ore per turno di servizio 

Ogni città o piccolo comune Italiano, ha diversi orari di lavoro in cui far svolgere il servizio al singolo taxi. Questo rende evidente che ad un minor numero di ore lavorate, si avrà generalmente una riduzione degli incassi. Questo però non è valido per tutto il territorio nazionale. Si può applicare solo per i grandi centri urbani. Per i piccoli centri, l'orario di lavoro normalmente è libero e non determinato. In sintesi ogni tassista svolge il servizio nelle ore e per le ore che ritiene opportuno per adattarsi alla scarsa domanda esistente in quei luoghi. Nelle grandi città, l'orario di lavoro è variabile, và dalla 12 ore di Firenze, alle dieci di Milano, alle sette ore e trenta di Roma. Nelle città dove l'orario di lavoro supera le otto ore giornaliere, di solito si utilizza o un collaboratore familiare o altro tipo di soggetto il cui rapporto è determinato dalla legge. In questo caso il reddito dovrà essere scomposto per più soggetti. 

3) La quantità di Km. produttivi

a) Nel rilevare la quantità di Km. che producono reddito, bisogna tener conto della percentuale di Km. fatti, dal punto dove si è lasciato il cliente, per arrivare in zone della città dove vi è possibilità di lavoro. In grandi città dove la periferia è enorme e non ricca, una volta arrivativi per condurre un cliente, bisogna percorrere molti chilometri di ritorno per andare "incontro al lavoro". Questo vale sia di giorno che soprattutto nel lavoro notturno. 

b) L'uso del mezzo taxi a privato, produce un Chilometraggio del quale bisogna tener conto per il computo del reddito.

4) L'appartenenza a centrali radio 

a) Appartenere ad una centrale specifica, non può essere sinonimo di maggior o minor reddito. Le centrali con più clienti avranno anche un maggior numero di tassisti associati, per contro quelle con un minor numero di clienti, avranno di conseguenza un minor numero di associati tassisti. I questo caso tutto viene bilanciato. 

b) Nelle grandi città, addirittura, avere il radiotaxi o meno non implica un aumento del reddito. Difatti quando vi è una maggior richiesta di taxi, questo coincide anche con un maggior aumento del traffico, che oltre a ridurre la possibilità di sfruttare il tempo-lavoro, impedisce di poter prendere più corse per radiotaxi. Comunque nel periodo di aumento del lavoro, questo interessa anche chi non ha il radiotaxi. 

c) Nelle grandi città, l'imbuto è sempre il traffico. Per fare un esempio calzante e rendere il concetto più chiaro, se noi abbiamo una fabbrica che può produrre in gran parte della sua catena di montaggio 100 pezzi in un'ora e nella sua restante parte 50 pezzi, si potrà avere la domanda che si vuole, ma sempre e solo 50 pezzi l'ora potranno essere prodotti da quella fabbrica. 

5) L'età anagrafica

I tassisti over 50, avranno una produttività minore di quelli più giovani. Nel settore taxi l'esperienza per prendere più corse, conta poco e comunque l'inesperienza viene presto colmata. 

6) I vari periodo dell'anno 

Nelle zone d'Italia, i periodi di maggior lavoro non possono coincidere. Nei posti vicino al mare, il lavoro si svolge soprattutto nei mesi estivi, nelle città commerciali solo nei periodi dove l'economia si muove, anche nelle grandi città turistiche l'estate non è un periodo di lavoro. Il turismo è diventato di massa e fruisce soprattutto dei servizi collettivi di trasporto. Non solo, ma il fenomeno dell'abusivismo prodotto da chi è collegato con gli alberghi, dirotta verso quei vettori tutto il lavoro di maggior pregio. Inoltre nel periodo estivo, vengono a mancare quelle occasioni di lavoro legate alla scuola e all'economia più in generale. 

Oltre tutti i punti che sono sopra esposti, va tenuto conto che nel paese non vi è la certezza della pena. Questo implica che alcuni Italiani, nel loro lavoro attuano dei meccanismi che poco hanno a che vedere con l'etica e l'onesta. In questa ottica, se nei rilevamenti effettuati si evince che la vettura media possibilmente gestibile dal tassista è di un valore compreso dai venti ai trenta milioni e si trovano dei tassisti che gestiscono autovetture taxi da settantamilioni, questi certamente attuano dei comportamenti commerciali non coerenti con le leggi ed i regolamenti. Si pensi alle varie denunce politiche che sono state fatte per le tangenti possibili date ad alcuni portieri d'albergo o a comportamenti nelle stazioni aeroportuali o ferroviarie al limite della truffa.

La grande sfaccettatura esistente nel paese obbliga ad un'attenta analisi locale che permetta un giusto e equilibrato lavoro per lo studio economico del settore, questo per impedire di penalizzare l'onesto a tutto beneficio di chi attua nella propria attività comportamenti che varcano la soglia del legale.