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                                                                                                 TARIFFA TAXI 
                                                                              (del 30.03.2000 di Maurizio Berruti) 

La tariffa taxi rientra nei cosi detti prezzi amministrati, questi si applicano in quei settori d'impresa autonoma che hanno una licenza d'esercizio. La licenza, infatti, è rilasciata a quei servizi d'interesse pubblico (e non pubblici come autobus, treni ed altro.) che devono dare una medesima prestazione ad uno stesso prezzo. La tariffa applicata deve essere univoca per tutti gli utilizzatori e deve nascere da un'analisi dei costi per determinare un equilibrato prezzo di mercato, che non penalizzi né l'utenza né l'operatore. La legge amministrativa prevede che i prezzi amministrati devono non solo nascere da un'attenta analisi dei costi, ma devono anche essere rivisitati periodicamente per poterli adeguare a possibili variazioni. Questa situazione non permette nessuna contrattazione della tariffa. Considerando che la "contrattazione mercantile", implica un dialogo che in base alle forze presenti, potrebbe far scaturire una tariffa più bassa del suo reale valore di mercato, questa sia per le caratteristiche della licenza che quelle del prezzo amministrato, non è possibile. Per ciò la tariffa dei taxi, deve essere "asetticamente" determinata dalla Pubblica Amministrazione, in base all'analisi dei costi ed eventualmente in fase di un aggiornamento della stessa, si considererà l'inflazione avvenuta nel frattempo. Se si dovesse attuare un meccanismo che vedesse una qualsiasi forma mercantile fra la pubblica amministrazione e la categoria dei taxi, s'inficerebbe il principio stesso del servizio, rendendolo simile al noleggio da rimessa. Il N.C.C. ha un'autorizzazione (e non la licenza) per esercitare l'attività. Successivamente alla determinazione della tariffa amministrata, si può considerare il modo d'esprimerla conformemente alle esigenze dell'utenza, della città, e del settore interessato. Taxi collettivi, rivisitazione dei supplementi e tariffe diverse in base al centro, alla periferia, extraurbane (come vi è a Parigi), possono dibattersi partendo sempre da un punto certo del prezzo amministrato. Va ricordato inoltre che sia la legge quadro 21/92 che il regolamento comunale non danno spazi ulteriori a quelli da noi indicati sopra. Attualmente dopo circa quattro anni dall'applicazione della tariffa attuale, nasce la necessità tecnica e amministrativa di adeguarla all'avvenuta inflazione. Prendendo per certo che esista un'analisi dei costi senza i quali la Pubblica amministrazione non avrebbe potuto fare nessuna tariffa, si adegui il prezzo del taxi all'aumento composto dell'inflazione che dovrebbe essere circa del 15%.