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                                                                              CREDITO D'IMPOSTA
                                                                                 Di Maurizio Berruti

Come tutti ormai dovrebbero sapere, il vecchio rimborso benzina è stato sostituito da un credito d'imposta che lo Stato riconosce ai titolari di licenza taxi. Lo stato concede ad ogni licenza un certo quantitativo economico annuale, che può essere utilizzato per compensare il pagamento dell'IRPEF, dell'IVA e delle ritenute di acconto su prestazioni effettuate da professionisti (esempio la cura di un incidente stradale fatta da un perito o da un avvocato). Il soggetto titolare del taxi (licenza compresa) deve chiedere annualmente alla circoscrizione doganale di zona il credito d'imposta per la sua attività. Prima, bisogna preparare la domanda, che deve essere vistata dalla ripartizione responsabile del Comune, dove si accerta che il soggetto richiedente è titolare della licenza taxi e che quella vettura ha regolarmente circolato per il periodo competente al credito d'imposta. Successivamente, una volta presentata la documentazione alla circoscrizione doganale, quest'ultima entro 60 giorni deve rilasciare il documento fiscale dove risulta la quantità di credito che viene riconosciuta. Il credito sarà menzionato nel modello 740, per i tassisti iscritti all'artigianato, o nel Mod. 760, per le cooperative intestatarie di licenze taxi. Dall'importo trascritto sul modello fiscale, verranno detratte le somme che dovrebbero essere versate per l'IRPEF. Questo fino al conseguimento della cifra riconosciuta per il credito d'imposta. Di conseguenza, il credito rilasciato dallo Stato è un numero, giacente presso la posizione fiscale del titolare di licenza, dal quale volta per volta vengono scalate tutte le somme riguardanti i propri debiti fiscali. Il fisco, a sua volta, controlla che il soggetto, che usufruisce di dette somme, le abbia realmente come credito d'imposta. Dopo una battaglia condotta da un gruppo organizzato di tassisti, che fanno capo alla Coop. di Lavoro di Roma "COEUROPA 93", si è riusciti ad ottenere la trasformazione in buoni carburante dell'eccedenza residua del credito eventualmente non utilizzato. La fase per ottenerli, sia per il singolo artigiano, sia per la cooperativa di produzione e lavoro intestataria di licenze taxi, si attua menzionando prima di tutto, nel 740 o nel 760, la parte di credito d'imposta che si ritiene si possa trasformare in buoni carburante. Normalmente, non si chiede tutto il credito d'imposta residuo, perché il credito successivo utilizzabile viene concesso usualmente entro i primi quattro, cinque mesi dell'anno successivo al periodo interessato. Questo fatto, se si dovesse, cioè, richiedere tutto il residuo in buoni, potrebbe svuotare tutto il conto riguardante il credito d'imposta, lasciando il soggetto fisico, artigiano, o giuridico, cooperativa, senza più credito per il pagamento delle tasse nel periodo intercorrente la concessione dell'altro credito. Quindi, nel caso di una cooperativa di lavoro, quest'ultima all'atto della presentazione del suo Mod. 760, chiederà solo una parte da trasformare in buoni carburante, lasciando una congrua somma di credito residuo nei tabulati del ministero delle Finanze, per poter pagare le tasse o l'IVA o le ritenute di acconto che, eventualmente, dovessero essere regolate nel periodo che va da gennaio ad aprile-maggio dell'anno successivo alla presentazione del Mod. 760. La cosa che risulta scomoda è che il quantitativo del credito lasciato nel limbo dei computer del ministero, non producendo né interessi né utilizzazioni di sorta, può essere solo utilizzato ai fini dei pagamenti fiscali. Risulta importante sottolineare, comunque, che il credito d'imposta può essere utilizzato solo sul 740, o sul 760, dei veri titolari di licenza taxi, non essendo, difatti, trasferibile ad altro soggetto, qualunque esso sia. In "soldoni", se un tassista titolare di taxi riceve il credito d'imposta, non può darlo ad altri soggetti (per scalarlo dalla loro IRPEF), anche se il tassista, rimanendo titolare di licenza, aderisce ad una forma associativa.