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Notiziario N.27 - Luglio 2004
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Rimango spesso colpita dalla quantità di stress a cui sono sottoposte tutte quelle persone che per tipologia di lavoro (autisti ,tassisti, vigili urbani) si trovano ad operare in una grande città come Roma, dove l’alta densità di popolazione, il traffico, lo smog e l’inevitabile aumento dell’aggressività, costituiscono le condizioni che possono portare il soggetto a vivere l’esperienza dello stress. Come Psicologa del Lavoro, sono per formazione orientata a studiare il comportamento dell’uomo in relazione al suo ambiente lavorativo e ho ritenuto che potesse essere utile dare qualche indicazione per riuscire a gestire al meglio gli stimoli negativi ai quali una categoria di lavoratori come quella dei tassisti è continuamente sottoposta. Vi preannuncio che non sarà un “percorso semplice” ma voi che siete abituati a districarvi tra le insidiose vie di Roma, riuscirete velocemente a mettere in pratica i consigli che vi sto per dare. Prima di partire per questa “battaglia” allo stress, è necessario conoscere a fondo il nostro “nemico”, capirne i punti deboli e definire un successivo piano d’azione. Secondo Selye (1956, 1975), lo stress non è altro che la risposta dell’organismo alle continue richieste dell’ambiente. Altri autori vanno più lontano nel definirlo, affermando che esso si manifesta quando le esigenze ambientali superano le capacità di risposta dell’organismo Lazarus (1966), Lazarus e Launier (1978), McGrath (1970). Tale definizione la ritengo decisamente più appropriata al vostro caso: chissà quante volte, voi “combattenti” del traffico, vi sarete trovati a gestire situazioni particolari in cui un cliente maleducato pretendeva, insistentemente, di arrivare in tempi brevissimi dall’altra parte della città in un’ora di punta, in cui la densità delle auto non vi permetteva neanche di azionare la prima marcia e nel frattempo vi era richiesto di pensare ad una strada alternativa anche se il rumore della vostra radio e la reale impossibilità di muovervi non vi facilitava il compito. E’ proprio in questi casi che avreste potuto avvertire un senso di disagio, uno stato di “nervosismo” che, se ripetuto più volte in un arco di tempo prolungato, vi può predisporre a reazioni fisiologiche e comportamentali che possono influenzare negativamente l’equilibrio generale della vostra salute. Tali tipi di fattori (traffico, rumore, alta densità di popolazione, conflitti, ritmi di lavoro etc.,) vengono chiamati fattori stressanti o, se vogliamo utilizzare un termine tecnico, stressors. Naturalmente, non tutti gli stressors ci influenzano negativamente, anzi essi fanno parte del nostro vivere quotidiano e spesso ci spingono a focalizzare l’attenzione su un determinato compito, l’importante è che non superino una certa soglia al di sopra della quale il nostro organismo, non è più in grado di far fronte in maniera efficiente a tali stimoli stressogeni. Nel particolare, il processo di adattamento allo stress si suddivide in 3 fasi successive definite di: Allarme, in cui le ghiandole pituitarie (ipofisi) stimolano le ghiandole surrenali alla produzione di adrenalina, che aumenta il nostro battito cardiaco e la pressione sanguigna per essere pronti alla gestione degli eventi esterni; Resistenza, in cui la produzione di adrenalina si mantiene costante; Esaurimento in cui le ghiandole surrenali non reagiscono più alle stimolazioni. I segnali che ci indicano che stiamo vivendo una situazione stressante possono essere di tipo: fisico (malattie cardiovascolari, gastriche, immunitarie); comportamentale (alterazione del sonno, ridotta attenzione, abuso di fumo, alcol, psicofarmaci); psicologico (disistima, scarsa motivazione, instabilità emotiva, depressione, difficoltà relazionali, ansia, comportamenti autolesionistici e antisociali). A questo punto compreso cosa è lo stress e quali sono i segnali per identificarlo, è necessario rintracciare quali sono le strategie per vincerlo. Il primo passo, necessario al tentativo di aiutare noi stessi quando avvertiamo di essere sotto pressione, è di essere chiari riguardo la causa o le cause che hanno provocato le difficoltà. Scoprire le cause, ci consente di giungere in maniera appropriata alla conclusione, riuscendo ad agire ragionevolmente. Durante la ricerca delle cause di un disturbo, siamo portati ad esaminare fattori esteriori visibili, quali la situazione sul lavoro, la condizione 

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